CURLING ITALIA

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Quella luce in fondo al tunnel

Oggi le ragazze della Nazionale junior femminile ci hanno dato una grande soddisfazione vincendo il Challenge Europeo. Il posto al prossimo Mondiale è un diritto strameritato che arriva dopo le lunghe sofferenze dell’Europeo e della mancata qualificazione Olimpica. Forse per questa ragione oggi salire sul quel podio e cantare l’inno di Mameli è stato ancora più sentito e commovente. La logica del ogni cosa a suo tempo oggi è confermata. Le ragazze sono brave e con i tempi giusti sapranno dimostrare quello che valgono anche nella categoria senior. Adesso è il momento di gustare tutto questo piacere e poi si vedrà.

Universiadi Trento 2013: Ridere (il mondo ci guarda) per non piangere

Le delegazioni straniere sono arrivate in Trentino con il ricordo italiano delle Universiadi di Torino 2007. In Piemonte tutto era funzionato al meglio e la macchina organizzatrice era stata di gran livello pronta a fronteggiare ogni esigenza degli ospiti. Trento nell’oggettiva realtà è nata in emergenza, per la rinuncia della Slovena Maribor, e questa disgraziata emergenza non ha mai abbandonato l’evento. Nei prossimi giorni al contrario nessuno dei coinvolti avrà l’onestà di ammettere che più di un qualcosa è andato storto. Ma che importa, il taccone sulla falla è stato messo e comunque la FISU non è stata costretta a rinviare l’Universiade. Ma gli atleti, così come tutti gli accompagnatori ed i turisti per caso che si sono ritrovati loro malgrado coinvolti, non dimenticheranno facilmente questa brutta esperienza. Come massimo comune denominatore porteranno a casa il ricordo di un freddo terrificante dentro e fuori lo stadio del ghiaccio. Solo un po’ per volta, tornando nei propri paesi, potranno dimenticare l’incubo di perdere il mezzo pubblico che li doveva riportare al caldo dell’albergo. I pochi mezzi a disposizione terminavano il servizio tassativamente alle 18. Chi desiderava acquistare a Baselga dei gadget delle Universiadi quasi subito si è reso conto che cercarli era tempo perso. Solo a Trento l’ufficio accrediti ha questo privilegio. Ma il gran finale è alle porte e la Nazionale Italiana è stata informata che sabato ci sarà la cerimonia di chiusura. Speriamo, almeno in occasione della sfilata di vedere tutti gli atleti che hanno disputato il torneo del curling. Le televisioni, seguendo le gare, hanno fatto vedere di tutto ma ovviamente niente curling. Come sempre, in queste occasioni, vorrebbero farci credere che per la FISG non c’è stato modo di concordare un palinsesto. Ha vinto allora il gradimento della produzione e della regia che come sempre sono particolarmente innamorati dello sci, del pattinaggio di velocità e dell’hochey su ghiaccio. Hochey ovviamente rigorosamente solo maschile tanto nel femminile la partecipazione italiana non è stata neanche gradita. Ma che importa i Gran Vitara arrivano lo stesso. Per l’ultima serata della cerimonia a Canazei nessuno dell’organizzazione al momento può garantire il servizio bus per gli atleti. Come dimenticare poi che lo show finale terminarà alle ore 22. Ma la FISU ha rotto il maialino salvadanaio e, per arrivare alla fine, conta le monetine e l’albergo per la notte del sabato non è pagato.

Se il palacurling di Pinerolo si chiamasse Giulio Regli

Oggi in tanti abbiamo salutato Giulio per l’ultima volta. Tanti mondi tante sue passioni si sono incontrate alla porta del Monumentale. C’erano gli amici del football americano, dell’hockey su ghiaccio, quelli della curva granata, del curling e del weelchair e tanti colleghi di lavoro. Scrivo forse già per nostalgia ma di certo per calmare l’angoscia di una giornata vissuta di questo ultimo saluto. Scrivo per ricordare perché i ricordi fanno star bene. Credo che una cosa che potrebbe mantenere vivo il sentimento di questi giorni sia il poter ribattezzare il Palacurling di Pinerolo intitolandolo a Giulio. Sono certo che per tanti di voi sia stata una figura degna di essere ricordata nel migliore dei modi. Chiamare l’impianto Palacurling Giulio Regli può essere una proposta di largo consenso. Poi ognuno di noi avrà i suoi ricordi personali da tenersi stretto.

I soldi non danno la felicità ma… aiutano

In queste ore la Federazione curling di Danimarca ha comunicato che il governo danese ha incrementato lo stanziamento di fondi per migliorare la preparazione dei suoi rappresentanti delle squadre curling alle Olimpiadi di Sochi. Si passa dai 700 mila euro ad un nuovo budget a disposizione pari a 1 milione e 300 mila Euro. Agli atleti delle nazionali danesi è stato offerto anche un sostanzioso contributo spese, una sorta di stipendio, per potersi dedicare a tempo pieno alla preparazione pre-olimpica. Le squadre sono già formate ed al lavoro da un anno. La maschile, che arriva a Sochi come 5ª della classifica mondiale, si affida al team dello skip Rasmus Stjerne. Questo ragazzo (classe 1986) ha lungamente atteso di ereditare dal padre Tommy Stjerne il ruolo e la maglia della  nazionale. Le donne andranno a Sochi come 6ª del mondiale. Finita l’epoca delle sorelle Denise e Madeleine Dupont la Danimarca affronta questa olimpiadi 2014 con il team della skip Lene Nielsen che, iniziando con i Mondiali junior del 2004, è matura per questa importante esperienza internazionale. In merito al finanziamento governativo della Danimarca a favore del curling una riflessione e un confronto con le condizioni di casa nostra ci crea solamente sconforto. La differenza tra le nostre opportunità e quelle danesi è semplicemente deprimente. Quelle poche decine di migliaia di euro, destinati alla pre-olimpica del curling nostrano, sono arrivati con gran ritardo e gran fatica. Ed è andata anche bene che siano arrivati.

Maledetto Web

Rabbia questa mattina nel seguire sul sito ufficiale dell’Europeo misto la gara per lo spareggio tra Slovacchia e Italia. E dire che questa gara era la sola in svolgimento sul ghiaccio dello stadio di Edimburgo. Ma anche se l’impegno era ridotto al minimo gli addetti all’aggiornamento dei risultati di gara sono riusciti a fare un gran casino. Al termine del 4º end l’Italia risultava in vantaggio e noi poveri illusi seguivamo con ansia l’atteso  termine di gara che ci avrebbe promossi alla fase successiva. Poi il tam tam degli appassionati sul web segnalava l’errore aggiungendo che, contrariamente a quanto indicato dall’organo ufficiale,  l’Italia era sotto per 6 a 1… Delusione e rabbia niente di peggio da mandar giù il venerdì mattina. Poco dopo anche il sito ufficiale da Edimburgo riformulava il risultato e dava la partita conclusa al termine del 7º end, risultato finale Slovacchia 7 – Italia 2.

Sapporo no grazie!

La notizia che il Mondiale donne 2015 è stato assegnato a Sapporo non è di certo delle più confortanti. Da molto tempo ormai tutti seguiamo le gravi difficoltà che il Giappone sta affrontando per arginare il serio problema della radioattività scatenata dalla centrale di Fukushima. Con un ottimismo semplicemente terrificante tutto in Giappone deve comunque ritornare alla normalità. E’ proprio di oggi l’attesa risposta del Comitato Olimpico per l’assegnazione delle prossime Olimpiadi estive del 2020. Non è più tempo di vacche grasse e anche il numero delle Nazioni candidate è molto contenuto. Ma anche per questo evento sportivo olimpico il Giappone si è fatto avanti. Nell’ultima assemblea del CIO il Presidente Olimpico giapponese Tajeda Tsunekazu si è presentato con la lettera ufficiale firmata dal Governatore di Tokyo Shintoro Ishihara per chiedere all’assemblea CIO di accogliere la candidatura di Tokyo e consentirgli di organizzare le Olimpiadi estive 2020. I soldi ovviamente non sono il problema con 400 miliardi di yen stanziati (3,5 miliardi di euro) ma la salute è a rischio. Sentiremo oggi chi sarà nominata tra Turchia, Spagna e Giappone. Se ai più la candidatura del Giappone per il 2020 è sembrata imbarazzante cosa possiamo pensare per il Mondiale donne di curling nel 2015? Fukushima è lontana da Sapporo soli 800 km. E il vento soffia.

Ciao Shorty

Il mondo del curling adesso è più povero dopo che giovedì ci ha lasciato Clerence Shorty Jenkins. Per tutti però era solo Shorty. Ci ha lasciato a 77 anni e il curling a lui deve molto. E’ stato sicuramente l’ice maker più estroverso e creativo che si potesse incontrare. In Canada parlando di  ghiaccio fantastico si usa dire “ghiaccio alla Shorty”. In tanti anni di carriera non si era limitato solo a fare ghiaccio, ma era diventato uno scientifico studiando ed elaborando nuove tecniche sempre cariche di prove e diagrammi che dimostrassero agli sciettici l’importanza delle sue ricerche. Aveva iniziato con il ghiaccio a 40 anni. Prima era stato sovrintendente del campo da golf  di Trenton. Quando decise di appassionarsi al ghiaccio convinse il direttivo del golf ad investire in una pista ghiaccio per il curling e così nacque il Trenton Curling Club. Nella sua carriera ha gestito la pista in 170 eventi nazionali di altissimo livello e per tutti i giocatori professionisti del curling canadese Shorty era il “Mago del ghiaccio” o “Il Re del Swing”. E’ un mito che se ne va. Ma da tempo è già ricordato con eventi come lo Shorty Jenkins Classic che si gioca a settembre nel Brockville Country Club e fa parte del World Curling Tour. Quest’anno sarà la sua 17ª edizione. Come sempre non mancheranno a questo appuntamento i migliori giocatori uomini e donne di tutto il Canada. Per chi ha avuto modo di leggere il libro sul curling “The Roaring Game”, uscito nel 2007 scritto da Doug Clark, ricorderà un intero capitolo dedicato alla vita e alla storia di Shorty. E’ stato il maestro per tanti attuali professionisti ice maker. Tra i molti sicuramente un suo allievo prediletto è stato Deve Merklinger che oggi è di certo il più conosciuto anche fuori dal Canada. Shorty ha insegnato molto ma non tutto. Molti segreti del mestiere li ha tenuti gelosamente per se e se li è portati via. Tutti gli appassionati di curling manterranno il ricordo di quel signore sempre a bordo pista. Quell’ eccentrico signore con il suo cappello da cowboy che amava pazzamente il colore rosa. Ma in molti ricorderanno la sua ormai storica frase: “Una pietra da curling è sempre più intelligente di un essere umano“.

 

shorty

“Il curling è diventato sexy”

Chiariamo subito che questa dichiarazione non arriva da una velina presente sugli spalti del Save on Foods Memorial dove si sta giocando il Mondiale uomini di curling 2013, ma dalla Presidente WCF Kate Caithness. Kate aggiunge: “A tre anni dall’evento Olimpico di Vancouver il curling ha catturato l’attenzione di tutti. La produzione televisiva ha potuto ottenere il massimo dei risultati grazie al fatto che con gli atleti microfonati nelle fasi di gioco la diretta dell’evento ha avuto un fascino tutto particolare. A Torino il successo è stato notevole ma a Vancouver ci siamo migliorati con 1125 ore di ripresa televisiva del curling. E’ stato calcolato che in Canada, in quella occasione, in un minuto medio di trasmissione il curling ha calamitato 22 milioni di ascoltatori. Ma anche nel resto del mondo siamo andati molto bene. Ad esempio in Giappone per ogni minuto abbiamo avuto un ascolto di 6 milioni. In futuro dobbiamo spingerci di più nel coinvolgimento di aree come il sud America e il Medio Oriente. Sicuramente per le Olimpiadi di Sochi l’interesse arriverà anche in questi Paesi. Sono molto soddisfatta di come sarà ospitato il curling alle prossime Olimpiadi del 2014. Avevamo iniziato la nostra esperienza olimpica con Albertville nel 92 e il curling era ospitato in un piccolo paese, Pralognan La Vanoise. E’ andata meglio a Nagano 98 dove le gare si svolgevano a Karuizawa. Ma eravamo ad un’ora in autobus da Nagano. Per Torino 2006 la sede era buona ma a Pinerolo che dista 45 km dalla grande città. A Sochi invece la nostra sede dell’Ice Cube è nell’area A accanto allo stadio dell’hockey su ghiaccio. Ma il nostro impegno prosegue. Stiamo già lavorando per i prossimi Mondiali uomini del 2014 che si giocheranno a Pechino. Per le gare saremo ospitati nella struttura dove si giocarono le partite di pallavolo per le Olimpiadi del 2008. Un impianto che può ospitare sino a 18 mila spettatori. Siamo certi di poterlo riempire”. Mentre l’intervista prosegue sul ghiaccio è in gara la Norvegia. La signora Caithness non nasconde la sua ammirazione per Thomas Ulsrud ma si limita a parlare dei pantaloni di questa squadra.”Io amo quei pantaloni fantasia. Forse in Canada non hanno subito apprezzato la scelta di una divisa così vistosa della Norvegia ma con il tempo è piaciuta. Ricordo anche quando a Vancouver la squadra norvegese regalò al Presidente del CIO Jacques Rogge un paio di pantaloni multicolori. Rogge apprezzo tantissimo questo regalo.” 

Norberg… Let’s Dance

Sulla rete TV 4 svedese da venerdì scorso è iniziata l’edizione 2013 di Let’s Dance. Format che in Italia è conosciuto come Ballando sotto le Stelle. Ci interessiamo di ballo perché sulla pista dello studio televisivo, in coppia con il ballerino professionista Tobias Karlsson, ci sarà Anette Norberg. Dalle foto pubblicate sulle testate svedesi Anette si presenta felice e sicuramente in gran forma. Ogni venerdì sera adesso gli svedesi potranno ammirare le virtù di Anette anche fuori dal ghiaccio. In alcune interviste rilasciate di frequente alla Norberg è stato chiesto.

Riuscirai ad abbandonare il ruolo di leadership per lasciarti portare nel ballo da Tobias?

risposta –  Questo è il nostro vero problema di coppia. E’ un problema che abbiamo avuto da quando abbiamo iniziato a ballare insieme. Ma ci sto lavorando. Aspetto diligentemente che Tobias faccia il primo passo. Per me è difficile ma mi sto impegnando.

In gioventù hai un passato da discoteca?

risposta – Non sono mai stata una ragazza da discoteca. Sono stata sempre molto concentrata sullo sport, atletica, curling e il calcio.

Qual è la cosa migliore di Let’s Dance?

risposta – L’opportunità di imparare tutti i balli. Da sempre è stato un mio sogno. Mi piacciono tutti ed in particolare la rumba. E’ un ballo bellissimo e ballare con Tobias è incredibile.

 

let's dance

Il curling per la famiglia Muirhead è qualcosa di genetico

Se un laboratorio di ricerca avesse più tempo a disposizione potrebbe di certo arrivare a certificare che per la famiglia Muirhead il curling è qualcosa di genetico, strettamente legato al loro DNA. Eve Muirhead da poche ore è rientrata in Scozia come Campionessa del Mondo e tutti i giornali scozzesi hanno dato grande risalto alla notizia. La stessa cosa, purtroppo, non è avvenuta in Svezia dove i quotidiani hanno totalmente ignorato la, comunque, importante prestazione e la vittoria dell’argento da parte del team di Margaretha Sigfridsson. E’ sì… è la dura realtà dello sport dove vale solo arrivare primi. Tornando alla famiglia Muirhead si diceva che vincere nel curling è quasi una consuetudine. Il padre di Eve, Gordon Muirhead, ha conquistato in carriera 1 oro Europeo nel 1994, 1 argento Europeo nel 1998, 1 oro  Mondiale nel 1999, 3 argenti nei Mondiali del 1992, 93 e 95. Poi è passato ad allenare vincendo anche in questo ruolo alcuni Europei con la squadra femminile nel 2010 e 2011. Ma alle spalle di Eve Muirhead da alcuni anni c’è anche il fratello Thomas che ha già conquistato un bronzo al Mondiale junior del 2012 e di recente l’oro nel Mondiale Junior di quest’anno. Eve, come dicevamo, adesso è rientrata a casa e si potrà godere un meritato riposo. La ragazza scozzese però non ha intenzione di riposare sugli allori dopo la sua storica vittoria nella finale di domenica in Lettonia. Adesso Eve e la sua squadra, Anna Sloan, Vicki Adams e Claire Hamilton, devono ancora essere ufficialmente selezionate per la rappresentanza olimpica, ma la loro medaglia d’oro a Riga rende questa regola una semplice formalità. Per di più con questa vittoria nel Mondiale il team Muirhead ha portato la Scozia al quarto posto nella classifica femminile del Ranking Curling Federation dietro a Svezia, Canada e Svizzera. E su questa selezione olimpica Eve al suo arrivo ha detto: “Mi piacerebbe pensare che la nostra squadra sia certa di andare a Sochi al  99.99%. Andarci come Campioni del Mondo è una buona cosa. Andare come campioni del mondo mette più pressione sulle spalle alle altre. E’ bello essere incoronate le migliori del mondo e noi proveremo a trattare Sochi come un evento totalmente diverso. Abbiamo lavorato tanto e abbiamo avuto una grande stagione. Siamo andate a Riga dopo un argento agli Europei e non volevamo tornare con nulla, ma la medaglia d’oro è un risultato straordinario. Abbiamo fatto tanto lavoro di unità della squadra in questa stagione, abbiamo fatto un sacco di lavoro con gli psicologi. Tutto ha finalmente dato i suoi frutti. Durante la finale non ho guardato verso i miei genitori fino all’ultimo. Posso immaginare nelle ultime stones quanto battesse il loro cuore. Sono sicura che erano più nervosi di me. In quel momento io pensavo solo a giocare e vincere.”